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APRILE 2019 |
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Questo numero di APRILE lo dedichiamo a
CARLO PIACENZA, tra i fondatori del GOMITOLOROSA, imprenditore che ha contribuito in modo significativo alla crescita dell’economia italiana nel suo ruolo di Amministratore delegato della F.lli Piacenza, azienda che si è affermata come eccellenza nel settore dei tessuti di lusso, conquistata attraverso una sapiente gestione della materia prima unita all’artigianalità del “made in Italy”. Abbiamo deciso di raccontarvi del legame di CARLO PIACENZA al GOMITOLOROSA attraverso le sue parole, quelle che Lui stesso ha usato in occasione della giornata studio dello scorso 27 marzo.
“Io vi farò una chiacchierata partendo un po’ da lontano” inizia così Carlo Piacenza “partendo da circa 7, 8 anni fa quando il Dottor Costa, mi venne a trovare e non capivo il perché, pensavo, ma io sto bene, non capisco come mai, non ho seno! Devo dire che mi stupì moltissimo la sua sensibilità. 7/8 anni fa non si parlava ancora di sostenibilità, non era ancora entrata nella mentalità dei consumatori e nemmeno dei manifatturieri. Mi disse: “ma qui terra di lane, come è possibile che si vedano nelle campagne biellesi dei fuochi e, mi hanno spiegato, sono le lane che vengono bruciate dai pastori? Dobbiamo recuperarle”. Le nostre razze devono essere tosate perché l’animale possa stare bene e quindi produrre latte e carne. Una volta produceva lana ed era forse la prima materia prima, quella più importante, prima ancora del latte o della carne. Per cui la lana è diventata un surplus, un costo, perché è molto ordinaria. Non è una lana di pregio, per cui non ha più valore sul mercato; una volta si facevano i materassi quindi avevano un certo valore. Si vende ancora qualcosa nei paesi orientali, mediorientali, Pakistan per fare dei tappeti, dei tappeti di lana, però capite che i consumi sono molto ridotti per cui neppure a pagarla te la vengono a raccogliere, ecco perché è diventato oggi un problema di sostenibilità perché tosare una pecora e abbandonare il vello per terra, inquina il suolo. La lana che contiene grassi, la lanolina, ci mette più di 100 anni a degradare sul suolo se abbandonata. Peggio se viene bruciata, perché brucia insieme ai suoi olii e le sostanze per cui inquina anche l’aria. Ecco che ancor prima di parlare di riciclaggio dei prodotti usati, ci viene da pensare al miglior utilizzo dei materiali che abbiamo già in natura, che la natura ci regala”. Ho fatto tutta questa lunga premessa per dare poi una spiegazione ad Alberto, dove ho detto:” Sì! Proprio perché ho la passione per le lane, ho la passione delle materie prime, ti rispondo sì”. È molto bello ed è anche più facile lavorare i cashmere, lavorare i camelidi, lavorare i mohair in misto tra di loro o in puro. Ma la sfida vera è lavorare lane da 36 micron, 40 micron, difficili, brutte, maltrattate, sporche, corte e quindi è stata una sfida che io ho raccolto ed è iniziata così l’avventura con Gomitolorosa”.
Grazie Carlo di aver accettato questa sfida, c’è ancora molto da fare, ma insieme possiamo andare lontano.
Alberto Costa
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Testi a cura di Ivana Appolloni |
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