“Questo mese parliamo di uomini!” – Dalla scrivania del Presidente
Questo mese parliamo di uomini! O per lo meno vorrei parlarne io perché è appena arrivato sulla mia scrivania il primo “scaldacollo” dedicato dai nostri volontari (e soprattutto volontarie) ai pazienti di tumore alla prostata.
Parlare di uomini è importante e necessario, perché gli uomini non parlano di sé. Soprattutto non della loro salute o dei loro problemi di salute. E soprattutto non della loro prostata, dei bruciori a urinare, di quante volte per notte si alzano a fare pipì, di quanto sono imbarazzati quando si accorgono di non riuscire più a trattenerla completamente.
Per questo è così importante cominciare invece a parlarne con serenità, come fanno per esempio i nostri amici di Europa Uomo (www.europauomo.it): perché tante cose sono cambiate negli ultimi anni e sono ancora troppo pochi a saperlo.
La prima cosa che è cambiata è l’affidabilità dell’esame del sangue chiamato PSA. Un semplice prelievo e una risposta in 24 ore, una indicazione sufficientemente precisa di come sta la nostra prostata. Non fare regolarmente il test PSA, almeno ogni due anni dopo i 50 anni, sembra oggi un po’ da incoscienti.
Ma il cambiamento più importante è quello avvenuto nel campo delle cure, con una sorprendente rivoluzione: l’asportazione della prostata (intervento di prostatectomia) non è più l’unica possibilità di cura del tumore alla prostata, anzi. In quasi un caso su tre si possono utilizzare le radiazioni, senza operare, e in un altro caso non si deve addirittura fare nulla (gli esperti la chiamano “sorveglianza attiva”) perché i tests di laboratorio possono verificare il grado di aggressività dei diversi tumori e per quelli non aggressivi ci si può limitare a controllarli periodicamente.
Questo cambiamento è rivoluzionario perché gli uomini erano terrorizzati dall’intervento di prostatectomia (che può lasciare impotenza e incontinenza urinaria come disturbi post operatori) e quindi tacevano i loro disturbi per non affrontare il rischio della chirurgia.
Inoltre, anche quei nostri amici che l’intervento purtroppo lo devono proprio fare sappiano che sempre più frequentemente gli urologi dispongono dei famosi robot, che sanno tagliare via le cellule tumorali ma non i nervi della potenza sessuale e della continenza della vescica.
Per una volta abbiamo parlato di uomini e della nostra salute, come facciamo dal barbiere, dove le donne non ci ascoltano. Affrontiamo il freddo dell’inverno con lo scaldacollo di Gomitolorosa e lasciamo grande spazio all’ottimismo e alla speranza di guarigione che cresce ogni giorno.
Alberto Costa
Presidente Gomitolorosa Onlus