9 APRILE
Il recupero della lana e la sua valorizzazione
Ciò che un tempo per gli allevatori era considerata una ricchezza, la lana, è diventata oggi un costo. Infatti ad ogni primavera inoltrata le pecore devono essere tosate, ma il vello rasato non è più appetibile sul mercato e se non viene venduto è considerato dalla legge italiana un “rifiuto speciale”: il pastore non può abbandonarlo nei campi, pena l’inquinamento del suolo, né bruciarlo, pena l’inquinamento dell’aria. Il problema pare quindi non avere soluzione.
In tutto il mondo si allevano pecore, agnelli e montoni per mangiarne la tenera carne o per produrre formaggi con il loro latte così particolare. Un tempo se ne utilizzava anche la lana fino all’ultimo fiocco, per tessere, per riempire cuscini e materassi, per produrre lanolina. Oggi l’uso della lana è ridottissimo perché le fibre sintetiche costano molto meno (anche se stanno inquinando i nostri mari) e perché materassi e cuscini in materiali artificiali sono molto più semplici da gestire e non richiedono manutenzione (che forse nessuno saprebbe più fare, tra l’altro).