MA CHE SENSO HA PARLARE DI LANA A LUGLIO? Dalla scrivania del Presidente.
I nostri kit cominciano ad arrivare nei reparti di oncologia di diversi ospedali italiani, da Torino a Messina e io comincio a ricevere messaggi commoventi nei modi più diversi.
Sapete come funziona: noi riceviamo le donazioni dai nostri sostenitori, salviamo chili e chili di lana che andrebbero bruciati, ne facciamo gomitoli colorati, li mandiamo agli ospedali che li distribuiscono alle pazienti ricoverate in oncologia e che sono interessate, chiediamo di realizzare un esagono di lana all’uncinetto e di rispedircelo per unirlo agli altri e farne coperte che distribuiremo a chi ha bisogno nel prossimo inverno. Semplice e lineare.
I messaggi arrivano per whatsapp, per sms, per telefono e dicono tutti la stessa cosa: GRAZIE!
Delle coperte non abbiamo certo bisogno in questi giorni di caldo afoso, ma saranno pronte per le piogge autunnali. Di questa rete incredibile di solidarietà collettiva abbiamo invece sì che abbiamo un incredibile bisogno anche a luglio e agosto, perché il cancro non va mai in vacanza e perché stiamo faticosamente uscendo da più di un anno di pandemia e quasi non riusciamo più a toglierci la mascherina.
L’idea di realizzare un esagono di lana colorata all’uncinetto in un letto di ospedale per partecipare al progetto IL FILO CHE UNISCE di Gomitolorosa fa evidentemente sentire bene tante persone. Le fa sentire meno sole e anzi parte di una grande (purtroppo) comunità che sta facendo la stessa chemioterapia da altre flebo, che sta aspettando con ansia l’esito della radiografia di controllo, che passa la notte insonne pensando all’intervento chirurgico del giorno dopo.
Questa è la vera grande coperta che stiamo realizzando e che non serve a proteggersi dal freddo esterno ma da quello interno, dalla malinconia, a volte dalla disperazione e per questo la lana recuperata “scalda” tanti cuori.
Tra le tante testimonianze mi ha particolarmente colpito quella di una giovane donna costretta a letto da tre anni da un drammatico incidente stradale che le ha cambiato la vita. Investita all’improvviso da un automobilista ubriaco ha subito 16 interventi chirurgici, non potrà più avere figli, ha dovuto smettere di lavorare. E con grande empatìa mi ha parlato a lungo del potere “terapeutico” della lana nel senso della sua capacità di trasmettere calore nel senso più ampio possibile della parola. Accarezzarla, dormirci sopra, lavorarla con fantasia le fa un gran bene, giorno e notte (non si dorme bene quando si è già costretti a letto tutto il giorno).
È molto più che una fibra, mi diceva ieri, è un prodotto della natura, viene da un altro animale femmina come me, ha una storia millenaria, una resistenza infinita (lana è una parola femminile infatti, e di resilienza le donne ne sanno più di chiunque altro).
Vi auguro serene vacanze, riposo, un po’ di meditazione, una ricarica delle batterie alla luce del sole e tanta salute. Per essere pronte (e pronti) per quando le coperte di lana serviranno di nuovo.
Alberto Costa
Presidente Gomitolorosa Onlus