Dalla scrivania del Presidente: Le neuroscienze studiano il lavoro a maglia.
E’ cominciato a fine febbraio, su iniziativa di Gomitolorosa e grazie ad una generosa donazione privata, lo studio degli effetti del lavoro a maglia sulla mente, eseguito dal prof Etienne Roesch del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Reading vicino a Londra.
La prima fase ha comportato la messa online di un questionario conoscitivo sulle abitudini e condizioni di chi ama lavorare a maglia. Sono pervenuti ben 6911 questionari compilati, ricchi di informazioni importantissime e anche di storie personali stupefacenti se non addirittura drammatiche. Donne vittime di violenze che hanno ritrovato un po’ di pace con il lavoro a maglia, rifugiate con bambini piccoli che grazie ai gruppi di knitting hanno rotto la profonda solitudine in cui vivevano, pazienti con diagnosi di Parkinson o Alzheimer precoce che mantengono abilità manuale e lucidità mentale grazie all’uncinetto.
Tra tutti coloro che hanno risposto al questionario verranno invitati 40 soggetti volontari (possibilmente 35 donne e 5 uomini) disposti a recarsi a Reading per sottoporsi ad un Elettroencefalogramma (EEG) prima e dopo una sessione di lavoro a maglia di 30 minuti. Verranno anche misurati altri parametri come la pressione sanguigna e la temperatura corporea.
Lo scopo principale della ricerca è di misurare l’impatto del knitting sulla mente e sulle onde che nei tracciati degli EEG rappresenteranno lo stato di ansia, o di agitazione o anche di dolore. La dimostrazione scientifica di un eventuale effetto positivo del lavoro a maglia sullo stato mentale avrebbe una grande importanza per tutti noi che sogniamo un ritorno in massa alla lavorazione della lana.
I milioni di chili di lana che ogni anno vengono sotterrati o bruciati in Europa potrebbero in tal caso essere almeno in parte recuperati per produrre centinaia di migliaia di gomitoli (non solo rosa!) da mettere a disposizione di chiunque abbia necessità e desideri raggiungere un maggior benessere mentale tramite il lavoro a maglia. I dati preliminari dicono infatti che l’effetto sembra molto simile a quello che si ottiene con la meditazione. In più però si realizza qualcosa di utile e caldo!
Molti auguri quindi a Betsan Corkhill e al prof Roesch con la speranza di ricevere presto risultati positivi e incoraggianti.
Alberto Costa