2021: VOLTIAMO PAGINA – Dalla scrivania del Presidente.
Buon anno! Forse mai come questa volta tutti sentono un forte desiderio di voltare pagina e di cambiare la cifra finale delle nostre date. Sembra che anche il 1010 sia stato un anno terribile, con qualche eco ritardata della fine del mondo, ma certo il 2020 ha messo in ginocchio quasi l’intero pianeta per la prima volta. La resilienza del genere umano tuttavia sembra essere proprio sconfinata e nonostante mesi e mesi di quasi prigionia, di limitazioni continue della libertà di movimento, centinaia di migliaia di morti e milioni di contagi, i giornali di questi giorni sono pieni di foto di persone sorridenti e piene di speranza. Del resto non abbiamo saputo reagire alla bomba atomica? Ai campi di concentramento? Alla crisi economica del ’29?
Da medico non posso fare a meno di spendere due parole sui vari vaccini in arrivo, perché una delle prove più lampanti della capacità di reazione dell’umanità è forse proprio questa, pur tenendo in considerazione tutte le possibili riserve e cautele. Ma come abbiamo fatto ad averlo in così poco tempo? In primo luogo perché è stato possibile sfruttare l’esperienza della prima epidemia di Sars: quel virus poi si è estinto da solo ma intanto era già stato preparato il vaccino con la nuova tecnica dell’Rna messaggero (non l’intero virus quindi ma solo il pezzo che serve a generare l’immunità). Questa tecnica è oggi molto usata anche in oncologia e i laboratori la conoscono benissimo.
In secondo luogo perché le industrie sono state aiutate economicamente dai governi: nessuna azienda avrebbe preso il rischio di preparare già tutto per la produzione senza attendere i risultati dei test finali di laboratorio e di quelli sui volontari umani. Ma con il sostegno finanziario e politico dei governi hanno accettato di correre il rischio e così appena confermata l’efficacia è cominciata la produzione e la distribuzione. Pochi mesi quindi invece di diversi anni.
Qualcuno ha detto che questa sia stata l’unica buona decisione presa dal Presidente Trump, ma certamente alle stesse conclusioni è giunta l’Unione Europea e il fatto che le vaccinazioni siano simbolicamente cominciate contemporaneamente in tutti i 27 Paesi membri ha valore storico. Merito soprattutto di due donne (tanto per cambiare!), la Presidente Ursula Von der Leyen, che non ha esitato un secondo, e la Commissaria alla Salute, Stella Kyriakides, che ha coordinato il tutto in modo instancabile.
In questo clima di nuova speranza anche noi ci siamo mossi e abbiamo addirittura osato realizzare egualmente, come previsto, la cena di Natale di raccolta fondi per la Fondazione EWE (European Wool Exchange), creata da Gomitolorosa per unire le forze in tutta Europa contro lo spreco della lana.
La Fondazione ha sede a Cipro (patria della Commissaria Kyriakides) proprio perché quel piccolo Paese membro dell’UE è il laboratorio ideale per sperimentare un nuovo ciclo virtuoso della lana: 1 milione di abitanti, 350.000 pecore, tutte allevate per produrre latte con cui fare il famoso formaggio Hallumi, esportato in tutto il mondo. E la loro lana? Nessuno fino ad ora se ne è occupato. Tutta buttata o bruciata, ogni anno. Cipro non ha neppure una industria tessile in grado di assorbirne almeno una parte.
Così ora voltiamo pagina: la cena di raccolta fondi è avvenuta in modo virtuale, ovviamente. Tutti coloro che hanno pagato la quota si sono visti recapitare il cibo da un catering locale di Nicosia insieme a un angioletto di Gomitolorosa e al link per collegarsi via Zoom a tutti gli altri. Ben due ministri (anzi una ministra e un ministro) ci hanno fatto l’onore di collegarsi e con loro anche la più giovane parlamentare della repubblica cipriota. Tutti e tre, prima di cena, hanno avuto parole di encomio e sostegno alla nostra iniziativa. Abbiamo così deciso di rendere subito europea la prossima giornata nazionale della lana che Gomitolorosa ha già cominciato a preparare per il
9 aprile 2021 (memorizzate la data per favore!).
Con i fondi raccolti alla cena di Nicosia parte a fine gennaio il nuovo programma di recupero della lana cipriota, per la prima volta nella storia! Un esperto italiano (da Biella, ovviamente) e una allevatrice tedesca (da Stoccarda) giungeranno a Cipro verso il 20 di questo mese per selezionare le pecore con lana migliore (per esempio quelle che quest’anno non hanno partorito un agnellino, dato che la gravidanza e lo svezzamento richiedono molta energia e la qualità della lana ne risente). Le pecore “scelte” verranno seguite in modo particolare anche dal punto di vista dell’alimentazione per i primi tre mesi dell’anno.
La seconda fase, che comincerà simbolicamente proprio il 9 aprile, giornata europea della lana, prevede la prima vera tosatura controllata, non più solo volta a liberare le pecore dal vello di un anno, ma programmata per raccogliere la lana in modo pulito e ordinato, per inviare poi la migliore all’industria tessile, la più modesta alla produzione di tappeti, quella di scarto (proveniente dalle zampe, per esempio) all’industria edilizia come isolante o alla trasformazione in fertilizzanti naturali.
Insomma una vera rivoluzione per l’isola soleggiata ai confini dell’UE, ma anche un prototipo di quanto si potrà fare progressivamente in ogni parte d’Europa, per lasciare ai nostri figli e nipoti un mondo più civile e rispettoso della natura.
Il 2021 comincia davvero bene!
Alberto Costa